L'idea del Bello.
Viaggio per Roma nel Seicento con Giovan Pietro Bellori
Roma - Palazzo delle Esposizioni
Informazioni e prenotazioni:tel. 06.4745903
Aperto dalle ore 10.00 alle ore 21.00, chiuso il martedì

Dal 29 marzo al 26 giugno 2000


BELLORI - ANTIQUARIO di Roma

La mostra nasce da la cultura storiografica e soprattutto la raffinatezza
e la passione antiquaria dell'abate Giovan Pietro Bellori,
il più importante storiografo dell'arte non solo di Roma, ma di tutta l'Italia
e di tutta l'Europa nel Seicento. E, la sua idea che l'arte abbia il compito
di tirar fuori dalla natura, che è imperfetta, la bellezza ideale.

Ciò a cui si ispira la mostra è l'opera più importante di Bellori,
"Vite dé pittori, scultori ed architetti moderni",pubblicata a Roma
nel 1672.

La mostra presenta alcuni degli artisti trattati nell'opera menzionata,
tra cui:
i fratelli Annibale e Agostino Carracci, l'architetto Domenico
Fontana, Federigo Baroccio, Caravaggio, tre fiamminghi: Rubens,
Van Dyck e Francesco Duquesnoy, i tre bolognesi Domenichino,
Lanfranco e lo scultore Algardi, e infine il grande francese Nicolas
Poussin, suo amico e a lui congiunto da una stretta affinità spirituale.

Bellori fu attivo per quasi tutto il secolo, nel periodo quindi della massima
fioritura del Barocco romano, ed ebbe la carica di "
Antiquario di Roma",
datagli da Clemente X.
Ha influito sulle opinioni antiquarie e artistiche dell'epoca successiva fino
al Settecento avanzato, opinioni che anzi si possono dire create da lui.
E' proprio il Bellori, nell'ambito della teoria e della trattatistica barocca
intorno alla bellezza artistica, a presentare e spiegare "l'idea del bello"
nel senso moderno che ebbe da allora in poi. Il suo è un ragionamento platonico.

L'idea della bellezza eterna trascendentale appare nella materia terrestre
sempre offuscata, imperfetta; perché l'idea della bellezza possa, secondo
Bellori, concretizzarsi occorrono:"ordine" (proporzione delle parti), "modo" (quantità) e "specie" (forma, cioè linea e colore). Queste tre categorie sono
di natura spirituale, incorporee.
La pittura stessa è un fatto spirituale, come "idea delle cose incorporee".
L'idea del bello è il suo ultimo ed unico fine.
Nelle "Vite"Bellori non vuole parlare di tutti gli artisti in qualche modo
considerevoli, ma li sceglie fin dal principio secondo determinati criteri
di valutazione.

La ricchezza dei capolavori presenti in mostra offre suggestioni,sfumature,
forti emozioni e risveglia i sensi proprio secondo quella concezione del bello e
della pittura come fatto spirituale e incorporeo, secondo "l'Idea del bello"
di Bellori.


Itinerario nella mostra attraverso le fotografie
di Ilaria Barberini per OPI online